Galileo costruttore di cannocchiali
Franco Salvatore Giudice – Università di Bergamo
Subito dopo la pubblicazione del Sidereus nuncius (1610), una delle critiche più ricorrenti fu che Galileo non possedesse un’adeguata teoria dello strumento che lo stava rendendo celebre in tutto il mondo. Ma era davvero necessario avere una solida e coerente teoria delle lenti per costruire un buon cannocchiale? E il fatto che Galileo, nonostante le dichiarazioni e le promesse, non produsse mai una teoria matematica dello strumento, significa forse che non ne comprendesse il funzionamento o che fosse del tutto privo di competenze ottiche? Intorno a queste domande si è sviluppata una letteratura sterminata, alimentando un dibattito che non accenna a diminuire. Eppure, una serie di particolari, finora ignorati o trascurati, permette di raccontare una storia per molti aspetti inedita, che getta una luce inattesa sul lavoro di Galileo come costruttore di lenti e ci dice qualcosa in più sui primi avvistamenti dei satelliti di Giove. È attraverso queste preziose testimonianze che proverò a seguire la nuova attività che Galileo intraprese nell’autunno del 1609, quella appunto di costruttore di cannocchiali, e che gli consentirà, nel giro di pochi mesi, di effettuare le sue straordinarie scoperte astronomiche.