In ricordo di Francesco Guerra

di Matteo Leone

 

Il 19 giugno scorso, giorno della nascita di Blaise Pascal, ci ha lasciati improvvisamente Francesco Guerra, figura di riferimento nella fisica teorica e nella storia della fisica. La sua scomparsa rappresenta una perdita profonda per la comunità scientifica, ma lascia in eredità un’opera vasta e duratura.

Nato a Napoli il 10 novembre 1942 e originario di Buonabitacolo (Vallo di Diano, Salerno), Francesco si laurea in fisica nel 1964. Dopo un periodo come borsista CNR e ricercatore INFN, inizia la carriera accademica all’Università di Salerno nel 1972. Dopo un soggiorno all’estero presso l’Université Aix-Marseille e successivamente all’Institute for Advanced Study di Princeton, nel 1976 torna a Salerno, dove ricopre ruoli di responsabilità: Direttore dell’Istituto di Fisica, membro del Consiglio di Amministrazione e Vicerettore.
Nel 1979 si trasferisce all’Università “La Sapienza”, dove guida il Dipartimento di Matematica e, successivamente, quello di Fisica. I suoi contributi alla fisica teorica e matematica sono fondamentali: dalla teoria dei campi alla fisica statistica, con risultati che hanno influenzato profondamente le ricerche premiate con il Nobel a Giorgio Parisi. È riconosciuto come uno dei protagonisti della meccanica statistica degli ultimi decenni. Fondatore di una scuola di altissimo livello, ha formato generazioni di ricercatori di prestigio internazionale. Nel 2015 gli è stato conferito il titolo di Professore Emerito, con la motivazione che lo definisce “un vero Maestro e un importante punto di riferimento umano e culturale”.
Negli ultimi decenni, la sua attività si è arricchita con studi di storia della fisica, condotti insieme a Nadia Robotti, con particolare attenzione a Ettore Majorana, Enrico Fermi e alla fisica del Novecento. Per questi lavori ha ricevuto il Premio della SIF per la storia della fisica ed è stato managing editor della rivista European Physical Journal H.

Con passione e rigore, ha saputo unire la profondità teorica alla sensibilità storica, lasciando un segno indelebile nella comunità scientifica e accademica.

 


Francesco Guerra: Ricordi affettuosi


di Enrico Giannetto
Mi è dispiaciuto molto per Francesco!
L’ho conosciuto ormai molti anni fa a un convegno di fisica teorica, e poi ci siamo trovati spesso nei convegni di storia della fisica e della SIF. Un grande fisico e persona di grande cultura, e un caro amico: abbiamo discusso insieme tante ore su Ettore Majorana e ricordo ancora la sua emozione nel parlarne. Come più recentemente, in un’occasione in cui tenni una comunicazione su Eduardo Caianiello, suo grande maestro a Napoli negli anni della sua formazione: si commuoveva a parlare e a raccontarmi di Caianiello e di quegli anni!
Ci mancherà Francesco, fisico con la mente aperta e con un grande cuore!
Un abbraccio ci legherà ancora
Enrico

di Marco Gilberti
Mi è dispiaciuto molto per Francesco!
Anche a me e’ dispiaciuto molto di Francesco, persona che ho stimato moltissimo, sempre capace di suggerimenti preziosi manifestati in tono garbato e affettuoso, di vedute non convenzionali.
Ho conosciuto Francesco ai congressi della SIF, una quindicina di anni fa e l’ho sempre trovato interessato anche alla didattica della fisica, ed e’ proprio di didattica della meccanica quantistica che abbiamo spesso parlato assieme e condiviso vedute. Da lui ho imparato molto.
Poterlo incontrare era uno dei motivi importanti per partecipare ai convegni della SIF e della SISFA. Mi mancherà. Ci mancherà.
Un abbraccio a lui e a tutti coloro che gli sono stati vicini.
Marco

di Adele La Rana
Mi è dispiaciuto molto per Francesco!
Ci mancherà molto. Ricordo ancora quando l’ho incontrato la prima volta. Ero da poca a Roma, doveva essere l’autunno del 2012 o poco dopo, e stavo facendo le mie prime immersioni negli archivi del Dipartimento Marconi. Quel giorno, scendendo nel sotterraneo, trovai le luci già accese e sentii un frusciare di carte. In fondo a uno dei corridoi tra gli archivi a scorrimento c’era questo signore canuto e un po’ rotondetto, dall’aria simpaticamente distinta e vagamente retrò in panciotto e giacca scuri. Teneva in mano un fascicolo di documenti. Quando mi sentì arrivare, si voltò verso di me e notai i baffoni bianchi e un sorriso assai bonario, che si estendeva a tutto il viso. Era
impossibile non sentire un’immediata simpatia. Ci presentammo. La sua parlata vivace, la sua voce amabile e divertita, mi fecero subito sentire a casa, non genericamente a Napoli, ma proprio nella “mia Napoli”, il luogo speciale della mente in cui si è trasformato il tempo della mia formazione. Non ricordo esattamente le cose che mi raccontò, riguardavano le sue ricerche in parte su Majorana in parte su Rasetti, ma ricordo con grande intensità il senso di avventura, il divertimento dell’indagine che la sua narrazione mi trasmisero. Deve essere stata per me una risonanza molto forte, perché ancora adesso quello speciale senso di mistero e di avventura mi accompagnano quando scendo tra le carte. In seguito, ascoltando Francesco con grandissimo piacere in tante splendide e gioiose occasioni, ho più e più volte notato, come ogni argomento, grazie alla sua analisi sapiente e al suo racconto appassionato, acquistasse profondità e senso. Gli sono molto grata perì tutti questi momenti, da cui ho imparato tanto e tratto tanta ispirazione.
In alto i cuori per te, caro Francesco.

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