In ricordo di Francesco Guerra
3 Luglio 2025
di Matteo Leone
Il 19 giugno scorso, giorno della nascita di Blaise Pascal, ci ha lasciati improvvisamente Francesco Guerra, figura di riferimento nella fisica teorica e nella storia della fisica. La sua scomparsa rappresenta una perdita profonda per la comunità scientifica, ma lascia in eredità un’opera vasta e duratura.
Nato a Napoli il 10 novembre 1942 e originario di Buonabitacolo (Vallo di Diano, Salerno), Francesco si laurea in fisica nel 1964. Dopo un periodo come borsista CNR e ricercatore INFN, inizia la carriera accademica all’Università di Salerno nel 1972. Dopo un soggiorno all’estero presso l’Université Aix-Marseille e successivamente all’Institute for Advanced Study di Princeton, nel 1976 torna a Salerno, dove ricopre ruoli di responsabilità: Direttore dell’Istituto di Fisica, membro del Consiglio di Amministrazione e Vicerettore.
Nel 1979 si trasferisce all’Università “La Sapienza”, dove guida il Dipartimento di Matematica e, successivamente, quello di Fisica. I suoi contributi alla fisica teorica e matematica sono fondamentali: dalla teoria dei campi alla fisica statistica, con risultati che hanno influenzato profondamente le ricerche premiate con il Nobel a Giorgio Parisi. È riconosciuto come uno dei protagonisti della meccanica statistica degli ultimi decenni. Fondatore di una scuola di altissimo livello, ha formato generazioni di ricercatori di prestigio internazionale. Nel 2015 gli è stato conferito il titolo di Professore Emerito, con la motivazione che lo definisce “un vero Maestro e un importante punto di riferimento umano e culturale”.
Negli ultimi decenni, la sua attività si è arricchita con studi di storia della fisica, condotti insieme a Nadia Robotti, con particolare attenzione a Ettore Majorana, Enrico Fermi e alla fisica del Novecento. Per questi lavori ha ricevuto il Premio della SIF per la storia della fisica ed è stato managing editor della rivista European Physical Journal H.
Con passione e rigore, ha saputo unire la profondità teorica alla sensibilità storica, lasciando un segno indelebile nella comunità scientifica e accademica.