Prospettive della Storia delle Scienze Esatte

Tra Fisica e Filosofia

Roma, 20-21 aprile 2018

 

 

  Nei giorni 20 e 21 aprile 2018 si terrà a Roma – presso la Facoltà di Ingegneria, Via Eudossiana 18 – un seminario organizzato dalla SISFA dal titolo:Prospettive della storia delle scienze esatte. Tra fisica e filosofia.L’obiettivo del seminario è fornire informazioni sulle moderne tendenze della storia delle scienze esatte con particolare riferimento alla storia della fisica. Sono considerate anche le interazioni della filosofia della scienza sulla storia.

 

Il seminario è diretto principalmente ai giovani ricercatori. Una utilità particolare dovrebbero trovare gli studiosi non inseriti nelle strutture accademiche, come gli insegnanti delle materie scientifiche delle scuole superiori appassionati alla storia della loro materia. Nella situazione attuale della ricerca in Italia, essi sono infatti potenzialmente chiamati a giocare un ruolo fondamentale.

 

Alcuni dei relatori sono giovani ben inseriti nel contesto internazionale; oltre a sviluppare i temi propri del workshop riferiranno anche sulle loro esperienze personali e forniranno consigli su come orientare le  proprie ricerche e come e dove pubblicarle, per una efficace diffusione nella comunità scientifica. Oltre alle relazioni il seminario si propone di organizzare delle discussioni tra i relatori e i partecipanti.

 

Il seminario è organizzato su due giorni. Nella prima giornata, il 20 aprile, nel pomeriggio vi saranno dapprima due relazioni generali. Seguirà una tavola rotonda in cui si discuterà sulle metodologie della ricerca bibliografica sulle banche dati e sulla valutazione della ricerca nel caso dei concorsi universitari di ogni livello.

 

Nella seconda giornata, il 21 aprile, in mattinata, tre relazioni  illustreranno con più dettaglio lo stato dell’arte della storia delle scienze esatte, con riferimento particolare alla storia della fisica. Seguirà una discussione.

 

Il seminario è libero e gratuito; ci si deve però iscrivere, inviando i dati anagrafici e un breve curriculum (essenzialmente la data di nascita, il tipo di laurea, e eventualmente il settore di ricerca) all’indirizzo danilo.capecchi@uniroma1.it.

 

I giovani laureati in una disciplina scientifica di età non superiore a 40 anni, su esplicita richiesta, potranno usufruire di un rimborso spese, limitatamente ai primi 20 iscritti. Dovranno comunque presentare ricevute (albergo e titoli di viaggio), e l’importo da rimborsare non potrà superare 80 euro

 

Scarica la locandina.

 

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Programma

 

20 aprile 2018 21 aprile 2018
ore 14.00: Inizio dei lavori- Breve presentazione del Seminario ore 9.00: Inizio dei lavori- Breve presentazione
– Relazione di U. Bottazzini (Università di Milano) – Video – Intervento di L. Guzzardi (Università di Milano) – Video
– Relazione di M. Mugnai (Scuola Normale Superiore, Pisa) – Video – Intervento di R. Lalli (Max Planck Institute for the History of Science) – Video
ore 16.00: Coffee break – Intervento di R. Pisano (Università di Lille) – Video
ore 16.15: Tavola rotonda (J.M. Crowley, G. Fiorentini, L. Fregonese, …)                          Video 1, Video 2, Video 3, Video 4 ore 12.00: DiscussioneVideo
ore 19.00: Fine dei lavori ore 13.00: Fine dei lavori

 

 

Abstracts

Su alcune tendenze recenti nelle ricerche di storia della matematica

U. Bottazzini

Nella relazione cercherò formulare qualche domanda e poi fornire qualche risposta: per cominciare, è preferibile parlare di una storia della matematica o di tante storie diverse, con caratteristiche metodologiche proprie?

Qual è il ruolo per la storia della matematica di tendenze emerse nei decenni scorsi nella storia della scienza, e della fisica in particolare (falsificazionismo popperiano, rivoluzioni scientifiche e paradigmi kuhniani) e quale l’influenza dei social studies affermatisi nella storia della fisica di ispirazione anglosassone?

A distanza di mezzo secolo, è ancora attuale il programma enunciato da Clifford Truesdell nel dar vita all’Archive for History of Exact Sciences: “incoraggiare gli storici ad adottare gli standard delle scienze esatte”? Come deve lo storico dar conto dei risultati e delle teorie del passato? Quale linguaggio deve adottare? Può (addirittura deve, secondo qualcuno) ignorare gli sviluppi successivi della scienza per immergersi nell’ambiente culturale che sta studiando, o la loro conoscenza è essenziale per comprendere meglio anche dal punto di vista storico autori e teorie?

Si può dire che rispetto alla pratica tradizionale, caratterizzata soprattutto dall’aspetto descrittivo e documentale, il lavoro dello storico si è arricchito di una maggiore consapevolezza critica e di nuove valenze interpretative. Deve rispondere a una serie di interrogativi. Quali sono le motivazioni di un dato autore o di una data teoria? Quali gli scopi? Quali sono i suoi legami col passato? Quale il contesto scientifico e culturale in cui si colloca? Quali i metodi dimostrativi adottati? In una parola, oggi l’aspetto più interessante del lavoro dello storico consiste nel porsi delle buone domande e cercare di rispondervi, nella continua ricerca di un (spesso instabile) equilibrio tra la realtà dei testi e delle fonti, la loro ricchezza di contenuto storico, e la loro interpretazione critica con la strumentazione teorica della scienza moderna.

Scarica abstract: Bottazzini

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La logica e la sua storia

M. Mugnai

La logica si è sviluppata per secoli nell’ambito delle discipline filosofiche – all’incirca dal IV secolo prima di Cristo alla seconda metà dell’Ottocento – per poi entrare, a pieno diritto con George Boole (1847) e Gottlob Frege (1879) nell’alveo della matematica (e ultimamente dell’informatica). La ‘matematizzazione’ della logica, tuttavia ha prodotto un mutamento meno radicale, rispetto alla preesistente tradizione, di quanto abbia prodotto, per esempio, la matematizzazione della fisica, rispetto alla tradizione aristotelica. Se un logico contemporaneo si mette a leggere gli Analitici primi di Aristotele o la Dialettica di Abelardo, non avrà difficoltà a riconoscere in queste opere temi e problemi che sono comuni alla disciplina che pratica nella sua attività quotidiana di ricerca e di insegnamento. Per un fisico contemporaneo, la lettura della Fisica di Aristotele sarà notevolmente più ardua ed estraniante. Ciò perché, in certo senso, la logica, rispetto ad altre discipline, ha mantenuto un rapporto stretto con le proprie origini. Dal punto di vista storiografico, ciò ha indubbi vantaggi: gli oggetti di cui si parla sono, per molti versi, gli stessi e ciò consente di applicare strumenti ‘attuali’ a problemi del passato. Al tempo stesso, tuttavia, ciò alimenta l’illusione dei cosiddetti ‘precorrimenti’, per cui si tende a vedere nel passato risultati del presente. Un ulteriore aspetto interessante della storia della logica, proprio per la natura della disciplina, è la possibilità (documentabile) che riflessioni sulla storia possano dar luogo a innovazioni nella teoria (i casi sono rari, ma ci sono stati).

In anni recenti la storia della logica, come molte altre discipline, si è sviluppata su un terreno estremamente specialistico. La storia della logica antica, per esempio, si è potuta giovare dei progressi più recenti della filologia e di edizioni più accurate rispetto a quelle del passato. La logica dell’Ottocento e del Novecento ha tratto profitto da studi di storia della matematica più approfonditi e attenti ai rapporti con altre discipline. L’accesso alle fonti garantito da Internet ha enormemente facilitato il lavoro di ricostruzione del passato in ogni settore. Rimane ancora difficile o, se non altro, particolarmente faticoso l’avanzamento degli studi nell’ambito della logica medievale (pur ricchissima e variegata). Chi intenda occuparsi di logica medievale deve essere in grado di muoversi agevolmente su diversi piani: decifrazione dei manoscritti; conoscenza del latino ‘tecnico’ in cui si esprimono i logici del tempo; conoscenza della filosofia medievale e, ovviamente, buona conoscenza della logica contemporanea. Un ambito assai promettente, che solo adesso comincia ad essere studiato in maniera sistematica e con profitto è quello della storia della logica in epoca moderna (secoli XVI-XVIII). In ciascuno di questi settori rimane comunque aperto il problema del rapporto tra logica contemporanea intesa come strumento d’indagine e la particolare forma di logica del passato che viene studiata.”

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Filosofia e Storia della scienza nella Penisola Iberica

L. Guzzardi

Due differenti tradizioni hanno dominato i rapporti tra filosofia e storia della scienza nel Novecento. Stando ai filosofi di stampo analitico, il ruolo principale della filosofia della scienza consisterebbe nell’elaborare un’epistemologia sulla base dell’analisi delle metodologie e dei fondamenti della matematica nonché delle scienze naturali e umane. La storia della scienza avrebbe un ruolo accessorio, al limite come “banco di prova” delle nostre epistemologie, e alcune preoccupazioni degli storici — p.es. il momento della scoperta, le dinamiche sociali delle comunità scientifiche, il contesto culturale, ecc. — trascenderebbero i limiti di una “ricostruzione razionale” delle teorie. Epistemologi e storici della scienza di estrazione non analitica, spesso formatisi entro una particolare disciplina scientifica o in tradizioni storiografiche, hanno invece insistito sulla complementarità tra filosofia e storia della scienza, che fornirebbero un esame congiunto delle condizioni a cui specifici temi, teorie, metodi d’indagine, oggetti e strumenti hanno potuto fare la loro comparsa.

In questo intervento mostrerò come entrambi gli indirizzi siano presenti nei maggiori centri di ricerca della Penisola Iberica, concentrandomi in particolare sul Centre d’història de la ciència (Universitat Autònoma de Barcelona) e sui centri di storia e filosofia della scienza afferenti al Departamento de História e Filosofia das Ciências (Universidade de Lisboa). Accennerò pure ad altre realtà presenti in Spagna e in Portogallo.

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Panoramica sulla storia della fisica negli Stati Uniti e in Germania tra affiliazioni istituzionali e direzioni di ricerca

R. Lalli

Lo status della storia della fisica è mutato profondamente nel corso dell’ultimo trentennio. L’uso di metodi derivanti da diversi ambiti del sapere quali la sociologia, l’antropologia, gli studi culturali, la critica letteraria, ha radicalmente modificato l’approccio degli studiosi alla storia della scienza. Parallelamente, all’interno della storia della scienza, la storia della fisica sembra aver perso quella posizione privilegiata e d’avanguardia che occupava fino agli anni ottanta a dispetto di altre specializzazioni come la storia della medicina e della biologia. Sebbene sia possibile definire alcune tendenze generali in questo processo, al momento la storia della fisica è caratterizzata da una molteplicità di approcci che è rispecchiata dalla grande diversità dei periodici scientifici di riferimento. Si passa da giornali che prediligono gli aspetti culturali e sociali (come HSNS) a giornali che propongono studi internalisti rivolti in particolare ai fisici e agli studenti di fisica (European Physical Journal H). Anche all’interno degli ambiti nazionali è possibile individuare un’ampia diversità sia nell’ambito delle affiliazioni istituzionali della storia della fisica, sia per quanto concerne le principali direzioni di ricerca a essa attinenti. Nella mia relazione, discuterò lo status della storia della fisica negli Stati Uniti e in Germania con un focus particolare sulla storia della fisica moderna e contemporanea. Basata, in parte, sulla mia esperienza personale la relazione si propone di mostrare le tendenze che al momento risultano maggioritarie nei due ambiti nazionali.

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Cambiamenti e metodi per esplorare le storie e le filosofie delle scienze esatte

R. Pisano

L’epistemologia storica della scienza (intesa come parte della storia della scienza) è uno dei possibili approcci alla comprensione della storia e della filosofia della scienza combinando, per esempio, gli aspetti storico/epistemologici (fonti primarie, ipotesi storiche, conoscenze condivise, interpretazioni epistemologiche) e usando indagini logiche e matematiche. Per esempio: cosa sono e quali sono gli oggetti fisici e gli oggetti matematici in una teoria? Come sono connessi, sia dal punto di vista della descrizione–interpretazione geometrico–matematica, sia dal punto di vista della misura? Storici e filosofi della scienza – a volte con alti livelli di formazione nelle scienze esatte e talvolta senza tale competenza tecnica – hanno messo a punto un’ampia varietà di approcci (interni ed esterni), riguardo discipline, fondamenti, costruzione e negoziazione di teorie, pratiche sperimentali, ecc. Insieme a quadri interpretativi (struttura e conseguenze di reti, siti di ricerca, storie di tecnologie e culture più ampie, ecc.). È stato raggiunto il punto critico in cui gli storici e i filosofi delle scienze esatte possono trarre beneficio dal valutare criticamente il feedback dalla storia della propria ricerca storica, epistemologica e filosofica. In altre parole, la comunità di storici e filosofi delle scienze esatte può ora intraprendere un processo di apprendimento, basato sulla propria esperienza collettiva. Ma come si fa? Occorre trovare un pubblico adeguato tra editori e riviste internazionali? Come possiamo confrontare e valutare approcci storiografici e filosofici e forse scegliere o progettare un tipo preferendolo agli altri? Quali categorie? Quali programmi?  (Adattato da un manifesto scritto in collaborazione con John Schuster, HPS Unit, Sydney University, Australia). Saranno esposti esempi sulla relazione fisica–matematica nella storia della scienza (fisica, matematica). Una breve e non strutturata sintesi sulla storia della scienza (fisica, matematica) in alcuni paesi europei chiuderà il mio intervento (questioni amministrative, tendenze, difficoltà, pubblicazioni etc.)

Scarica l’abstract: Pisano

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Tavola rotonda

G. Fiorentini: Osservazioni sulla riforma dei settori (dell’area Scienze Fisiche)

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M.J. Crowley: La bilioteca DISG e la valorizzazione della ricerca

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