
Seminari Sisfa in programma
a cura di Azzurra Auteri e Adele Naddeo
I prossimi seminari in storia della fisica e dell’astronomia
I fondamenti della meccanica quantistica in Italia:
tra scienza e politica.
Flavio Del Santo – Università di Ginevra
Dopo i contributi fondamentali agli albori della teoria quantistica e atomica, con figure come Enrico Fermi, Ettore Majorana e gli altri ragazzi di via Panisperna, i fisici italiani non ebbero più un ruolo nel dibattito sui fondamenti della meccanica quantistica. Con la Seconda Guerra Mondiale e la successiva Guerra fredda, la comunità scientifica spostò le proprie priorità verso applicazioni pratiche, spesso militari: un atteggiamento passato alla storia con l’epiteto “zitto e calcola”. Nel dopoguerra italiano emersero tuttavia contributi isolati, come quelli di Piero Caldirola e dei suoi allievi Daneri, Loinger e Prosperi a Milano, o di Bruno Ferretti a Bologna. Fu però con l’atmosfera di cambiamento portata dai movimenti politico-sociali post-1968 che i fondamenti della MQ acquisirono un ruolo centrale in Italia, che negli anni Settanta divenne il punto di riferimento mondiale per lo studio di un tema pressoché trascurato altrove. In quel contesto, diversi giovani fisici, tra cui spicca il nome di Franco Selleri, criticarono le strutture stesse della scienza, viste come espressione del carattere capitalistico della società moderna, e individuarono nei fondamenti della meccanica quantistica un punto di partenza per rimettere in discussione le certezze della fisica e sperimentare nuove pratiche di ricerca. Gran parte di quell’agenda rimase irrealizzata, ad esempio la speranza di confutare la meccanica quantistica tramite il teorema di Bell, ma resta notevole che in Italia si sia formata una massa critica di fisici che ha ridato vita a un campo in seguito riconosciuto come essenziale, come testimonia anche il Nobel per la fisica del 2022.